domenica, luglio 18, 2010

Totus mundus agit histrionem

Il mondo è tutto un palcoscenico,
e uomini e donne, tutti, sono attori;
hanno proprie uscite e proprie entrate;
nella vita un uomo interpreta più parti, ché gli atti
sono le sette età.
Primo, il bambino sbava e piange in braccio alla nutrice,
poi lo scolaro,
piagnucoloso, con la sua cartella
e il volto infreddolito dal mattino,
che si trascina svogliato, come una lumaca,
verso la scuola; e poi l’amante: sospira
come una fornace la ballata triste
composta per il sopracciglio dell’amata; e poi
il soldato, pieno di strampalate imprecazioni,
baffuto come un gattopardo, geloso dell’onore,
impulsivo e pronto al litigio, sempre alla ricerca,
anche nella bocca del cannone, d’una reputazione
da quattro soldi; e poi il giudice, pancia rotonda,
piena di bei capponi, occhio severo, e rasatura
a dovere, saggio acume, pedanteria aggiornata,
recita la sua parte; la sesta età ti trasforma
in un debole pantalone in ciabatte,
le lenti al naso e una borsa al fianco,
calzoni d’un tempo ancora conservati,
un mondo troppo largo per le sue gambe rinsecchite,
e la voce, da maschi, di nuovo ridotta
al falsetto infantile: striduli fischi
dal suono incrinato; l’ultima scena, infine,
a conclusione di questa varia strana storia,
è una seconda infanzia, puro oblio,
senza denti, occhi, gusto, senza niente.

Jacques
“Come A VOI piace” (As You Like It)
II.VII
William Shakespeare